SAN BARTOLOMEO
Santu Portolu dovette essere il centro religioso di villa Muro, insediamento medievale scomparso che apparteneva alla Curatoria di Galtellì, nel Giudicato di Gallura. Il suo rettore nel 1341 pagava alla Santa Sede 6 lire, che si dimezzarono negli anni 1346/50, segno di un progressivo regresso dell'abitato, che è segnalato come spopolato già dal 1358.
Nonostante l'abbandono del villaggio, i cui abitanti probabilmente si trasferirono nella vicina Galtellì, il tempio quasi certamente rimase ancora operativo per diversi secoli e seppur non segnalato nel censimento di fine Quattrocento, perché evidentemente non appartenente alla Camera vescovile, è testimoniato nelle visite pastorali del 1598 e del 1602 che lo segnalano in efficienza tra le chiese rurali. Dalle Respuestas del 1777 però apprendiamo che la chiesa era stata sconsacrata insieme ad altre, dall'arcivescovo Natta, intorno al 1760 e non più riedificata, per cui è molto probabile che le parti recuperabili delle murature e del tetto, vennero vendute in favore della parrocchia di Galtellì; sicuramente non tutte le murature vennero smantellate, come accadde ad altri edifici sacri di cui purtroppo non rimane alcuna traccia. Stranamente il canonico Angius, abbastanza attento anche a segnalare le chiese distrutte, non la nomina nella sua descrizione del paese di Galtellì.
E' probabile che la struttura sia stata realizzata da maestranze poco specializzate, tra la fine del XII e gli inizi del XIV secolo, forse sul modello del primo impianto della chiesa romanica di San Pietro, cattedrale della Diocesi galtellinese, alla quale anche San Bartolomeo faceva riferimento. Vi erano alcune analogie tra i due edifici, come l'aula di circa 4 metri di larghezza e poco più di 10 di lunghezza, la coperture a capriate ed un'unica finestrella vicina all'angolo che unisce il lato sud a quello est. La parete orientale doveva essere dotata di abside semicircolare e forse sarebbe possibile stabilirlo con certezza, rimuovendone il crollo; le strutture residue più visibili sono i muri laterali che si innalzano per circa 3,5 metri, che quasi certamente vennero prolungati in lunghezza, considerata una diversità di tecnica costruttiva che vede una parte della fabbrica realizzata con blocchi regolari, principalmente basaltici, i quali si differenziano dalle supposte aggiunte formate da pietrame più frammentato e legato con un uso maggiore di malta cementizia. La pavimentazione ed il portale d'ingresso sono stati completamente smantellati.
Qualche centinaio di metri più ad est, in territorio di Orosei, si trova la zona di Santa Rughe e al momento non compare documentazione sull'esistenza di una ipotetica chiesa esistita in quell'area
Scheda tratta da "L'architettura militare e religiosa a Galtellì dal Medioevo all'Ottocento" - A. Cambedda
Come si raggiunge
Da Galtellì imboccare la provinciale 64 in direzione Dorgali, procedere per 2 km e svoltare sulla strada asfaltata a destra; percorrere ulteriori 2,6 km costeggiando il lato est del Monte Tuttavista, sino a raggiungere uno spiazzo sulla sinistra nel quale è depositato del materiale di cava. Entrare nel terreno attiguo, chiuso con un cancello verde metallico e procedere costeggiando il muro destro.
Arrivando dalla Statale 125 che collega Orosei a Dorgali, svoltare al km 216 sulla strada sterrata e percorrere 600 metri
Per saperne di più
villaggi scomparsi (muro) -
Nonostante l'abbandono del villaggio, i cui abitanti probabilmente si trasferirono nella vicina Galtellì, il tempio quasi certamente rimase ancora operativo per diversi secoli e seppur non segnalato nel censimento di fine Quattrocento, perché evidentemente non appartenente alla Camera vescovile, è testimoniato nelle visite pastorali del 1598 e del 1602 che lo segnalano in efficienza tra le chiese rurali. Dalle Respuestas del 1777 però apprendiamo che la chiesa era stata sconsacrata insieme ad altre, dall'arcivescovo Natta, intorno al 1760 e non più riedificata, per cui è molto probabile che le parti recuperabili delle murature e del tetto, vennero vendute in favore della parrocchia di Galtellì; sicuramente non tutte le murature vennero smantellate, come accadde ad altri edifici sacri di cui purtroppo non rimane alcuna traccia. Stranamente il canonico Angius, abbastanza attento anche a segnalare le chiese distrutte, non la nomina nella sua descrizione del paese di Galtellì.
E' probabile che la struttura sia stata realizzata da maestranze poco specializzate, tra la fine del XII e gli inizi del XIV secolo, forse sul modello del primo impianto della chiesa romanica di San Pietro, cattedrale della Diocesi galtellinese, alla quale anche San Bartolomeo faceva riferimento. Vi erano alcune analogie tra i due edifici, come l'aula di circa 4 metri di larghezza e poco più di 10 di lunghezza, la coperture a capriate ed un'unica finestrella vicina all'angolo che unisce il lato sud a quello est. La parete orientale doveva essere dotata di abside semicircolare e forse sarebbe possibile stabilirlo con certezza, rimuovendone il crollo; le strutture residue più visibili sono i muri laterali che si innalzano per circa 3,5 metri, che quasi certamente vennero prolungati in lunghezza, considerata una diversità di tecnica costruttiva che vede una parte della fabbrica realizzata con blocchi regolari, principalmente basaltici, i quali si differenziano dalle supposte aggiunte formate da pietrame più frammentato e legato con un uso maggiore di malta cementizia. La pavimentazione ed il portale d'ingresso sono stati completamente smantellati.
Qualche centinaio di metri più ad est, in territorio di Orosei, si trova la zona di Santa Rughe e al momento non compare documentazione sull'esistenza di una ipotetica chiesa esistita in quell'area
Scheda tratta da "L'architettura militare e religiosa a Galtellì dal Medioevo all'Ottocento" - A. Cambedda
Come si raggiunge
Da Galtellì imboccare la provinciale 64 in direzione Dorgali, procedere per 2 km e svoltare sulla strada asfaltata a destra; percorrere ulteriori 2,6 km costeggiando il lato est del Monte Tuttavista, sino a raggiungere uno spiazzo sulla sinistra nel quale è depositato del materiale di cava. Entrare nel terreno attiguo, chiuso con un cancello verde metallico e procedere costeggiando il muro destro.
Arrivando dalla Statale 125 che collega Orosei a Dorgali, svoltare al km 216 sulla strada sterrata e percorrere 600 metri
Per saperne di più
villaggi scomparsi (muro) -